Trifoglio alessandrino

Il trifoglio alessandrino e’ un ottima pianta foraggera con un alto valore nutritivo. Esso ha sviluppo rapido, ricaccio pronto e si adatta bene agli ambienti con clima temperato-caldo. Esso resiste bene alla salinita’ e alla alcalinita’ del terreno, adattandosi a tutti i tipi di suolo. Il trifoglio alessandrino e’ una pianta miglioratrice grazie al suo apparato radicale fittonante ricco di tubercoli, e da ottimi risultati nella precessione al frumento.

Le avversita’ che possono danneggiare questa pianta sono assai limitate, fra queste ricordiamo lo oidio, la fusarium, la ruggine e il mal dello sclerozio. In generale il contenimento ed il controllo degli agenti patogeni resta fondato su metodi di lotta indiretti quali, la scelta varietale e la cura del letto di semina.

Per la preparazione di quest’ultimo, e’ sufficiente una buona lavorazione, anche superficiale, con successivo affinamento, per dare ampie garanzie di un buon impianto.

La semina si effettua su suolo nudo, anche se si sta provando su suolo sodo, e si esegue sia meccanicamente che a spaglio, ad una profondita’ di semina di circa 1,5-2 cm. Successivamente si attua una rullatura per compattare il seme col terreno.
Le dosi di semina consigliate sono di 30-40 kg/ha.
L’epoca di semina puo’ essere autunnale, nelle zone a clima mite, oppure primaverile in quelle zone con l’inverno rigido.

Il trifoglio alessandrino fornisce un prodotto ben appetito dal bestiame, di pregevole qualita’ ed di alta digeribilita’. Il foraggio ottenuto dal trifoglio alessandrino, presenta valori nutritivi simili a quelli ottenuti dall’erba medica.
In coltura asciutta con semina autunnale, si possono realizzare 2-3 tagli e una produzione di circa 40-60 q.li/ha di sostanza secca.
In coltura irrigua con semina autunnale, si possono realizzare 4-5 tagli con una produzione di circa 100-130 q.li/ha di sostanza secca.
In coltura irrigua a semina primaverile si possono effettuare 3-4 tagli con produzioni di circa 70-100 q.li/ha di sostanza secca.